giovedì 16 febbraio 2012

Bevanda Magica





Noceto è famosa per il liquore "nocino", fatto con le noci e prodotto ancora oggi a livello artigianale. Secondo la tradizione, la ricetta di questo liquore fu importata dai legionari romani direttamente dalle Gallie. Un'altra leggenda narra che un soldato di ventura al servizio dei signori di Noceto, avrebbe consigliato la ricetta segreta di questo liquore ad un cavaliere, come intruglio "magico" per conquistare il cuore di una nobile dama di cui era innamorato (non è difficile immaginare che anche un tempo la conquista di una donna poteva facilmente passare per l'alcool...)
Infine una terza leggenda narra che gli stessi celti, quando dimoravano nell'Italia settentrionale, avrebbero diffuso il nocino, il quale, per essere autentico, doveva essere fatto con le noci raccolte all'alba del soltizio d'estate da una vergine a piedi nudi!
Una cosa è certa... vuoi per l'una o per l'altra narrazione, il nocino ha sempre recato in sè qualcosa di magico, e la città dove ha avuto origine non è da meno, con il suo castello che sa introdurre, chi vi fa visita, a percorrere tutte queste leggende.
Chissà che il nocino non sia davvero una bevanda magica (magari come quella di Asterix!).

 

Tra nocini e castelli

di Emanuela De Fazio (Blog Noceto. Racconti di Viaggio)

Scorcio di Castelguelfo
Scorcio di Castelguelfo
Dall’autostrada A1 abbiamo semplicemente seguito l’indicazione Parma Ovest e all’uscita di questa ci siamo trovati davanti ad un castello meraviglioso. Ci trovavamo in una frazione del comune di Noceto, chiamato così perché è il paese del nocino. L’insegna all’inizio della cittadina dava questa spiegazione e in più sull’insegna c’era una targa blu. Tale insegna indica il riconoscimento vinto nel 2008 dal comune per la sicurezza stradale.
Il sopra citato castello si chiama Castelguelfo ed è in un ottimo stato di conservazione. E’ magnifico e stra-curato in ogni minimo dettaglio, ci sono telecamere ovunque e le parti dei giardini che si possono intravedere dalle grosse mura e dai possenti cancelli denotano una considerevole cura nell’amministrare la fortezza.
Accostammo la macchina alla strada e potei dare solo una fugace occhiata alla bellezza del castello perché era impossibile accedervi, almeno in quel momento. Comunque notai che non solo la parte interna era conservata bene ma anche quella esterna. C’erano degli appezzamenti non molto grandi di terra abbelliti con alberi e fiori.
A mio avviso, la cosa più interessante è da attribuire alla storia della rocca. Una vicenda che risale al XII secolo, il castello passò di mano in mano a re nemici e amici del borgo fino a quando nel 1600 il castello e le sue giurisdizioni furono cedute al Comune di Parma da qui altre evoluzioni fino ad arrivare ad oggi dove il castello, pur avendo subito dei cambiamenti nel corso dei secoli, ha conservato intatti molti dei suoi aspetti originari, per esempio gran parte delle mura esterne, la torre circolare o il torrione a base quadrata. Ma assicuro che i giardini all’inglese sono una visione mozzafiato!
Monumento ai caduti
Monumento ai caduti
Ci trovavamo nella valle del Taro, esattamente nel parco fluviale regionale del Taro, e proprio per questa posizione il castello ha avuto sempre una grande importanza: era una dislocazione strategica in quanto in prossimità della via Emilia e dell’antica Pieve meridionale.
Insomma il castello, la sua posizione e la sua storia ci colpirono per il fascino e per l’importanza, ma riprendemmo la macchina e ci dirigemmo verso il centro di Noceto, nostra meta iniziale.
All’ingresso del comune, oltre all’insegna che enunciava il nome del comune, c’era uno stemma diviso in due parti: in alto a sinistra vi era la raffigurazione di un castello mentre a destra c’era un albero e un cespuglio.
Percorremmo dei viali alberati, andammo a visitare il Teatro comunale e poi parcheggiammo la macchina in Piazza Risorgimento. In questa piazza, a forma quadrata e abbellita dal verde degli alberi, vi era un monumento ai caduti di guerra, in particolare quelli del 1915-1918. C’erano dei ragazzini che chiacchieravano e ridevano, altri erano in bicicletta e fecero la nostra stessa strada, ossia, attraversarono le vie del centro. Si notava chiaramente che la pavimentazione a pavè era appena stata fatta o rifatta, questo non saprei dirlo, comunque era nuova e noi percorremmo quel tragitto sino ad ammirare le case antiche con mattoni rossi a quelle ristrutturate a nuovo.
Castello della musica
Castello della musica
C’era un incredibile silenzio e un senso di pace, probabilmente dettato dal calore delle prime ore del pomeriggio che costringevano le persone a rinchiudersi in casa. Ma noi non eravamo gli unici temerari. Infatti, proseguendo per il nostro cammino giungemmo in Piazza Garibaldi, dove potemmo ammirare il Castello della Musica, il quale al suo interno contiene il museo e la scuola di liuteria Renato Scrollavelli e il museo discografico; ma proprio sul muretto dell’ingresso c’erano gli altri ardimentosi, dei ragazzini che chiacchieravano e ridevano fra di loro.
La zona più carina fu via Vittorio Veneto, non tanto per qualche monumento o qualche statua famosa ma per la compagnia di signori di una certa età che si erano ritrovati sotto il gazebo di un bar, seduti su delle sedie di plastica a guardare i passanti e a parlare dei fatti loro.
Dopo un altro giretto per Noceto riprendemmo la macchina e nel tragitto verso la bella chiesa Divo Martino apprezzammo la statua di una colomba bianca che aveva in bocca un ramoscello di ulivo, posta sulla rotonda che precede la parrocchia. Fu suggestivo; e con queste ultime visioni lasciammo Noceto.
In concomitanza con la 22 edizione del concorso del Nocino e torte di noci,
Domenica 25 settembre si è tenuto a Noceto (Pr) il 22° concorso di Cocktail
con il Nocino.

Il CONCORSO DEL NOCINO

Il concorso del nocino, giunto quest’anno alla 22° edizione, è una competizione
in cui si vuole premiare il miglior nocino casalingo. Durante tutto l’anno i produttori
di nocino mandano un campione del loro liquore agli organizzatori.
Al concorso di quest’anno hanno partecipato 120 nocini provenienti da ogni
parte d’Italia e addirittura 2 dalla Moldavia. Attraverso tante serate di
degustazione, la giuria selezionata ha il compito di compilare per ognuno
una scheda di valutazione. I dieci migliori nocini vengono invitati a partecipare
alla finalissima che si tiene l’ultima domenica di settembre di ogni anno
nella piazza di Noceto. A questo concorso è abbinato quello della miglior
torta di noci. Tutte le torte, e quest’anno siamo arrivati a quota 31, devono
pervenire presso il palco della giuria entro le ore 12 della domenica stessa
per poi essere golosamente giudicate.
Da due anni a questa parte, durante le due degustazioni finali dei nocini
e delle torte, la manifestazione è stata arricchita con un concorso di cocktail
con il nocino in collaborazione con AIBES. Pubblicizzate in televisione
(Teleducato), radio (Onda Emilia, Radio Parma) e giornali (Gazzetta
di Parma, Fuoricasa) le due manifestazioni hanno riscosso un notevole successo
grazie anche alle esibizioni dei due flairtender AIBES Antonio Tarabusi
ed Alex Castagnetti. Mentre nella prima edizione si è pensato di coinvolgere
gli alunni delle scuole alberghiere, che hanno stupito per i loro azzardati
ma riusciti abbinamenti, quest’anno è stata la volta dei barman AIBES provenienti
dalle province di Parma e Piacenza, chiamati a preparare un after dinner
di loro invenzione che contenesse almeno due cl di nocino. Una citazione
particolare per la signora Rita Lodolo della ditta Gancia che ha appoggiato
entrambe le manifestazioni.


IL NOCINO DI NOCETO

Dall’anno 2000 il marchio Nocino di Noceto è regolarmente registrato e viene
prodotto a livello artigianale. Naturalmente è in vendita, non solo in
bar e negozi del paese, ma anche in provincia e fuori provincia, Il Nocino
è un infuso di noci acerbe, raccolte, secondo la miglior tradizione, nei
giorni vicini alla festa di San Giovanni, il 23 giugno, messe in infusione in alcol
con aggiunta di zucchero e, in piccole quantità , di aromi
quali cannella, chiodi di garofano, scorza di limone ecc.
La tradizione del Nocino a Noceto è molto antica, qualche leggenda la
fa risalire ai legionari romani che ne avrebbero importato la ricetta dalle
Gallie. Altri la fanno risalire a un soldato di venturo alle dipendenze
dei signori di Noceto. Questi avrebbe consigliato l’infuso a un cavaliere
desideroso di conquistare il cuore di una nobile dama.

Infine perché non pensare che i celti, che hanno dimorato sul territorio nocetano,
abbiano insegnato a fare l’infuso agli abitanti di Noceto: la leggenda
che vuole che a raccogliere le noci sia, all’alba del solstizio d’estate,
una vergine a piedi nudi richiama molto i riti dei druidi, i sacerdoti dei celti.

Si fa risalire il toponimo Noceto all’esistenza, al tempo dei Romani che
lo chiamavano Noxetum, di numerosi boschi di noci.

Tra tante leggende e supposizioni resta indubbia una cosa: la ricetta del
Nocino di Noceto viene da una famiglia, la famiglia Cotti, che risiede nel
comune da più di 400 anni.
Il Nocino di Noceto è stato riconosciuto dalla regione Emilia Romagna
come prodotto tradizionale, la notizia è stata pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale della Repubblica.


DALLA GAZZETTA DI PARMA di Mercoledì 28/09/2005

ANCHE UN GHERIGLIO NEL COCKTAIL MIGLIORE
Noceto – E’ del barman Andrea Usberti di Piacenza il miglior cocktail
con il nocino di Noceto.
La seconda edizione del concorso, collaterale a quello del nocino e delle
torte di noci ed organizzato dal barman Stefano Narlè in collaborazione
con Aibes (l’Associazione Italiana Barman e Sostenitori) ha visto la partecipazione
di 13 concorrenti, tutti delle province di Parma e di Piacenza.
Al secondo posto si è classificata Antonietta Paciello, al terzo posto
Ivan Grubivic. A seguire, pari merito, Michele Bia, Roberto Amoroso, Sergio
Pellegri, Laura Molinelli, Gionata Repetti, Marco Ferrari, Diego Baldini,
Antonio Tarabusi, Stefano Guerreschi e Maurizio Corti.
La commissione giudicatrice era composta da Annalisa Derba, Raffaella
Loreni (responsabile sommelier), Joris Bassi e Andrea Bernardelli.
Il piacentino Andrea Usberti si è classificato al primo posto assoluto
con un singolare cocktail che è stato preparato con: due decimi di Frangelico
(liquore di nocciola), 2 decimi di liquore di caffè, 2 decimi di nocino
di Noceto, 3 decimi di rhum, 1 decimo di panna ed un gheriglio di noce.

Il Nocino di Noceto




Il Nocino di Noceto


di Luca Bonci

Confesso di non aver grande simpatia per il nocino. Sarà perché hanno sempre tentato di propinarmelo come un medicinale, "bevi questo nocino, vedrai come digerisci subito!", magari dopo una abbuffata, sarà perché quelli, non moltissimi, che ho assaggiato, esaltavano queste loro virtù medicamentose con eccessi amari, eccessi speziati, eccessi dolci, eccessi alcolici... insomma, raramente mi era capitato di gustare un nocino che avesse dalla sua non mirabolanti proprietà terapeutiche, ma semplicemente il piacere della beva.
Noceto, paese in provincia di Parma dotato di toponimo dalle ovvie origini, coltiva la tradizione del nocino da sempre. Preparazione importata dai Romani o forse dai Celti, che avevano appreso l'usanza di fermentare noci e miele dai Picti, in Britannia. Una tradizione tramandata per generazioni e stabilizzata, da almeno 400 anni, nella ricetta del "Nocino di Noceto" della famiglia Cotti.
Un prodotto così ben riuscito che a Noceto si vuole farlo conoscere, e così, nell'anno 2000, ha inizio la sua produzione e commercializzazione, ne viene depositato il marchio da parte dell'associazione "Incontriamoci in paese" e, a sugello di tutto ciò, la regione Emilia Romagna lo riconosce come prodotto tradizionale. Finalmente questo storico nocino è alla portata di tutti noi, anche se naturalmente non è ancora così facile da trovare, e una puntata nel parmense, se non prorio a Noceto, faciliterà l'acquisto.
Eccoci quindi di fronte a questa piccola bottiglia scura, annata 2004, che emana appena aperta un sottile scia boschiva e che ci mette subito in guardia per la gradazione alcolica di 50 gradi. Beh, "basterà non esagerare," ci diciamo, e così versiamo il nocino in un bicchiere che ci sembra adatto e ci prepariamo all'assaggio. I profumi sono intensi, ne emerge naturalmente la noce, ma anche un fine boquet di spezie, cannella, chiodo di garofano, cenni chinati, e una decisa nota alcolica. Il liquido è cremoso e il suo colore un bruno omogeno, limpido. E in bocca? In bocca vorremmo solo dire: "equilibrio!", perché è questo l'aspetto che più ci soddisfa. Il Nocino di Noceto non è un medicinale, non vi brucia la bocca, né ve la storce per la sensazione amara, né la impasta per il troppo zucchero. Bevetene con moderazione, ma bevetelo con piacere, non per digerire, ma per gustarvelo, d'inverno davanti al fuoco, o d'estate un po' fresco, ma non gelato, anzi, magari sopra un bel gelato, alla crema!
La ricetta sembra semplice: un infuso di noci acerbe, raccolte, secondo la miglior tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Giovanni, il 23 giugno, messe in infusione in alcol con aggiunta di zucchero e di piccole quantità di aromi, quali cannella, chiodi di garofano, scorza di limone, macis, ecc.
Semplice, ma se ci sono voluti 400 anni per affinarla a questo punto, non crediamo facile da riprodurre. E allora non ci resta che invitarci tutti a Noceto, magari durante le manifestazioni che accompagnano il Concorso del Nocino e delle Torte di Noci, giunto alla XXIV edizione, la cui finale che si terrà il prossimo 30 settembre. Un concorso aperto a tutti quelli che producono nocino per uso familiare, e che credono di avere un nocino da campioni! Qui potete scaricare in anteprima il regolamento per partecipare.
Nell'occasione, si potrà assistere anche al quarto concorso di “Un coktail con il Nocino di Noceto” organizzato in collaborazione con l’Associazione Italiana Barman E Simpatizzanti (AIBES) a spettacoli di cabaret e musica dal vivo, nonché fare acquisti in un mercatino di prodotti gastronomici legati alla noce e, dulcis in fundo, gustare Gheriglio, "uno scrigno di cioccolato amaro con ripieno di crema all'autentico Nocino di Noceto."


4 febbraio 2007


martedì 14 febbraio 2012

NOCINO DI NOCETO



NOCINO DI NOCETO

Dall’anno 2000 il marchio “Nocino di Noceto” è regolarmente registrato con marchio dell’associazione “Incontriamoci in paese” e viene prodotto a livello artigianale in un liquorificio su ricetta dell’associazione, con le noci di Noceto e con la supervisione di un incaricato dell’associazione stessa il Sig. Camillo Cotti.

Naturalmente è in vendita, non solo in bar e negozi del paese, ma anche in provincia e fuori provincia.
Il nocino è un infuso di noci acerbe, raccolte, secondo la miglior tradizione, nei giorni vicini alla festa di San Giovanni, il 23 giugno, messe in infusione in alcol con aggiunta di zucchero e, in piccole quantità, di aromi quali cannella, chiodi di garofano, scorza di limone, macis, ecc..
Quando i romani invasero la Britannia vi trovarono uno strano popolo che, per l’uso che avevano di dipingersi il volto e di tatuarsi il corpo, chiamarono Picti (dipinti ).
Questo popolo usava bere, specialmente nella notte del solstizio d’estate durante riti particolari, uno strano liquido scuro che li rendeva particolarmente euforici, un infuso di noci acerbe in miele e frutta fermentati, era l’antenato del nocino.

La tradizione del nocino a Noceto è molto antica, qualche leggenda la fa risalire ai legionari romani che ne avrebbero importato la ricetta dalle Gallie; altri lo fanno risalire a un soldato di ventura alle dipendenze dei signori di Noceto. Questi avrebbe consigliato il prezioso infuso ad un cavaliere desideroso di conquistare il cuore di una nobile dama. Naturalmente il cavaliere ebbe successo.
Infine perché non pensare che i celti, che hanno dimorato sul territorio nocetano, abbiano insegnato a fare l’infuso agli abitanti di Noceto; la leggenda che vuole che a raccogliere le noci sia, all’alba del solstizio d’estate, una vergine a piedi nudi, richiama molto i riti dei druidi, i sacerdoti dei celti.
Si fa risalire il toponimo Noceto all’esistenza, al tempo dei romani che lo chiamavano Noxetum, di numerosi boschi di noci e le persone più anziane ricordano che, all’inizio del XX secolo, i viali d’ingresso al paese erano ancora di alberi di noce.
Tra tante leggende e supposizioni resta indubbia una cosa, la ricetta del”Nocino di Noceto” viene da una famiglia, la famiglia Cotti, che risiede nel comune da più di 400 anni.

Il “Nocino di Noceto è stato riconosciuto dalla regione Emilia Romagna come prodotto tradizionale, la notizia è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica.

Nel 2006 è nata una ulteriore specialità “Gheriglio”, uno scrigno di ottimo cioccolato ripieno di crema al Nocino di Noceto. Altra novità, presentata per la prima volta alla Mostra Internazionale dell’Alimentare di Rimini 2007, un semifreddo dove una pregevole mousse al Nocino di Noceto avvolge delicatamente una bavarese e un croccantino di noci artefice del dolce è Silvia Bergamaschi dell’omonima pasticceria di Noceto.

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